ESG: E Se il Giuslavoro contasse?

Last Updated on Giugno 9, 2022

L’ESG è certamente diventato l’acronimo più presente nei mass media, ma di cosa si tratta effettivamente?

ESG è l’acronimo delle parole: “Environmental” ovvero aspetti legati alla sostenibilità ambientale; “Social” ovvero aspetti sociali e lavoristici; “Governance” ovvero aspetti riconducibili al sistema di amministrazione e “governo” aziendale. Quindi, l’ESG è un sistema di rating che valuta il profilo di sostenibilità delle società in relazione alle tematiche menzionate. Con riferimento specifico all’ambito “Social”, tra gli indicatori presi in considerazione possono menzionarsi i seguenti: 

  • rispetto degli standard lavorativi riconosciuti nonché di tutte le norme in tema di sicurezza e tutela della salute sul luogo di lavoro; 
  • libertà sindacale e di riunione;
  • remunerazione adeguata, condizioni eque sul posto di lavoro, diversità, inclusione e opportunità di formazione;
  • sviluppo da parte delle società di progetti di controllo delle “supply chain” ed ulteriori progetti inclusivi concernenti gli interessi delle comunità e delle minoranze sociali.

L’Italia ha iniziato da poco a muovere i primi passi in materia di “ESG” e un primo forte segnale in tal senso è stata la modifica degli articoli 9 e 41 della Costituzione a far data dal 9 marzo 2022, con la quale sono stati introdotti i principî della protezione dell’ambiente, della biodiversità e dell’ecosistema, anche nell’interesse delle future generazioni.

Altri chiari esempi in tale direzione sono gli investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza fra i quali vi sono: «Rivoluzione verde e transizione ecologica», «Infrastrutture per una mobilità sostenibile» nonché «Inclusione e coesione». 

Le tematiche “Social” e gli incentivi previsti dallo Stato in tale ambito non sono stati ancora completamente delineati, ma fra quelli attualmente presenti si segnala la c.d. “certificazione rosa”; ovvero la certificazione per la parità di genere (ex art. 46bis del Codice delle pari opportunità tra uomo e donna), istituita a decorrere dal 1° gennaio 2022. Tale certificazione attesta l’efficacia delle politiche e delle misure adottate dal datore di lavoro al fine di ridurre il gap di genere relativo alle opportunità di crescita in azienda, la parità salariale e la tutela della maternità.

I benefici economici per le imprese che hanno soddisfatto i parametri per la certificazione consisteranno soprattutto in un parziale esonero dalla contribuzione previdenziale nonché in un miglior punteggio in sede di valutazione per l’ottenimento di fondi o la partecipazione a bandi di gara.

Tale certificazione è ottenibile non solo dalle aziende soggette all’obbligo di redazione del rapporto sulla situazione del personale, bensì anche dalle aziende di piccole dimensioni che su base facoltativa redigono tale rapporto. Per tale motivo, con l’espansione ed implementazione del fenomeno ESG, non bisogna cadere nell’errore che tale tematica interessi solo le grandi imprese, ma anzi gli incentivi previsti possono e devono essere una grande occasioni di crescita per le piccole-medie imprese.

Gli impatti dell’ESG in azienda: ambiente ma non solo

Pertanto, per non farsi trovare impreparate, le società si stanno già muovendo per adottare delle policy, che siano in linea con i parametri ESG, e degli investimenti volti a rendere il più sostenibile possibile il proprio impatto sociale ed ambientale. Il gioco d’anticipo che si sta portando avanti, provando a prevedere l’indirizzo futuro degli ESG, consiste nelle implementazioni di policy volte alla tutela dei lavoratori ed al miglioramento del luogo di lavoro stesso nonché dell’ambiente, fra queste sicuramente vi rientrano: 

  • Diversity & Inclusion policy;
  • Ageing policy; 
  • Mobbing policy;
  • Green policy;
  • Anti-harassment policy;
  • Whistleblowing.

Diritto del lavoro ed ESG: cosa possiamo fare per le aziende?

In tale ambito, Toffoletto De Luca Tamajo assiste i propri clienti nel percorso di soddisfacimento dei parametri riferibili alla parte Social di ESG. 

Fra le attività che possiamo svolgere per i clienti, vi sono: 

  • audit sulle prassi e sulle policy aziendali già presenti;
  • aggiornamento delle policy nonché individuazione e predisposizione di nuove policy utili al soddisfacimento degli obiettivi ESG;
  • training ad hoc da parte dei nostri esperti per le funzioni coinvolte (HR, Legal, Internal Auditing) su temi ESG e sulle policy delle società.

Di: Avv. Ornella Patané e Avv. Lea Rossi

Per maggiori informazioni: comunicazione@toffolettodeluca.it

Rapporto biennale sulla situazione del personale maschile e femminile Parità di genere: attenzione alle scadenze per il rapporto biennale e l’esonero contributivo Aprile 12, 2024 - Il termine per la trasmissione del Rapporto biennale 2022-2023 sulla situazione del personale maschile e femminile è differito dal 30 aprile al 15 luglio 2024. Si ricorda che, ai sensi dell’art. 46 del D.Lgs. n. 198/2006, le imprese che occupano più di 50 dipendenti devono elaborare un rapporto sulla situazione del personale maschile e femminile e inviarlo, con cadenza biennale, al Ministero del lavoro, alle rsa, al Consigliere regionale di parità e al Dipartimento delle pari opportunità della Presidenza del CdM.
digital nomad Immigrazione: operative le regole per l’ingresso e il soggiorno dei nomadi digitali e dei lavoratori da remoto Aprile 8, 2024 - Il 4 aprile 2024 è stato pubblicato il Decreto ministeriale del 29 febbraio 2024 ed è ora operativa la previsione che permette l’ingresso in Italia ai cittadini stranieri che svolgano, in via autonoma o per un’impresa anche non stabilita nel nostro Paese, un’attività lavorativa altamente qualificata mediante strumenti tecnologici che consentano di lavorare da remoto. Detti soggetti sono ammessi in Italia indipendentemente dalle quote stabilite nella programmazione dei flussi di ingresso per motivi di lavoro degli extracomunitari. Il Decreto si applica ai lavoratori autonomi (nomadi digitali), a quelli subordinati e ai collaboratori le cui modalità di esecuzione della prestazione sono organizzate dal committente anche con riferimento ai tempi e al luogo di lavoro (etero-organizzati).
Le novità dell’ultimo anno in materia di salute e sicurezza sul lavoro Le novità dell’ultimo anno in materia di salute e sicurezza sul lavoro Aprile 3, 2024 - La Giornata mondiale della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro del 28 aprile è un’importante occasione per fare il punto sul livello di garanzia realmente raggiunto e per riflettere sulla distanza che ci separa dall’obiettivo “zero morti sul lavoro” nell’Unione europea entro il 2030. Si tratta dell’ambizioso obiettivo fissato dalla Confederazione europea dei sindacati nel 2022. I dati allarmanti sulla sicurezza nei cantieri hanno spinto il Governo ad adottare un nuovo pacchetto di norme, inserito nel decreto legge n. 19/2024 - noto come decreto PNRR 4 - pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 2 marzo 2024. Non è questo l’unico intervento dell’ultimo anno in materia di salute e sicurezza: novità interessanti sono state introdotte anche dal Decreto Lavoro 2023 e dall’UE sono arrivate nuove regole sull’esposizione all’amianto.
In caso di dimissioni il datore di lavoro può rinunciare al preavviso senza corrispondere l’indennità sostitutiva In caso di dimissioni il datore di lavoro può rinunciare al preavviso senza corrispondere l’indennità sostitutiva Aprile 3, 2024 - L’istituto del preavviso è comune alla maggior parte dei contratti di durata a tempo indeterminato, come il contratto di agenzia e il contratto di lavoro subordinato, e la sua funzione consiste nell’attenuare le conseguenze pregiudizievoli della cessazione del contratto per la parte che subisce il recesso. Nel caso di rapporti di lavoro a tempo indeterminato la funzione del preavviso è quella di garantire alla parte che subisce il recesso di organizzarsi per trovare un sostituto (in caso di dimissioni) o per trovare un nuovo lavoro (in caso di licenziamento). Che succede se il lavoratore si dimette con preavviso e il datore di lavoro vi rinuncia? Sul punto si sta consolidando un interessante orientamento giurisprudenziale che correttamente dispone che in caso di dimissioni il datore che rinunci al preavviso non debba corrispondere all’ex dipendente l’indennità sostitutiva.